Un geologo padovano mette online la terra di riporto scartata dai cantieri. Sposando economia d’impresa e rispetto per l’ambiente. Lancia un appello ai Comuni italiani colpiti dalle recenti alluvioni: “Con questo metodo si potrebbero consolidare argini e strade, quasi a costo zero.”

Ogni volta che l’uomo disturba la natura questa gli presenta un conto, quasi sempre salato. Una formula che si ripresenta, puntuale, anche per le opere all’apparenza più innocenti, come la costruzione di un garage interrato. Per scavare uno spazio di 350 metri cubi, in grado di contenere cinque o sei auto, bisogna infatti estrarre 550 tonnellate di terra e portarla in discarica. Un
salasso economico (lo smaltimento costa circa 30 euro a tonnellata, per un totale di 16.500 euro) ma anche ambientale, perché considerevoli quantità di terreno sano finiscono per essere sepolte in un’area isolata e recintata, sottratte ad ogni altro possibile uso e consumo. Uno dei tanti sprechi che finiscono per pesare sulle spalle della collettività. “Pochi sanno che questi materiali possono essere recuperati e riutilizzati in altri cantieri, con un notevole risparmio”, afferma Alessandro Valmachino, 39enne geologo padovano che si è inventato TERREDASCAVO.it (terredascavo.it), banca dati online dove inserire e ricercare annunci di scambio di sabbia, roccia, argilla e terra, con relativi luoghi di destinazione e provenienza. Una forma di riciclo prevista dal decreto legislativo 152/2006, a condizione che, prima dei lavori, si conosca già il progetto di destinazione finale: in questo modo, il produttore può consegnare il materiale di riporto direttamente a chi lo sta cercando, magari per eseguire un’opera di riempimento stradale o ferroviario oppure per arginare un corso d’acqua. Solo in due casi i terreni non possono essere trasportati altrove: quando sono contaminati, in particolare se provengono da ex aree industriali, e quando c’è una bonifica in corso.
“Non solo: il nostro sistema disincentiva le pratiche illegali perché tutti i movimenti sono tracciati, come richiesto dagli enti di controllo” spiega il geologo, che per realizzare il suo portale ha preso spunto dalle necessità dei suoi clienti, spesso in difficoltà a trovare ditte che scartano materiale per i reinterri. “Chi non ha un contatto utile -spiega-, va a comprare la terra presso una cava, rinunciando ad averla gratis da chi non sa dove metterla -prosegue Valmachino-. Con lo scambio, invece, l’unico costo è quello del trasporto, che però viene diviso a metà”. E in questo modo si riducono anche le conseguenze sull’ambiente: “Non ci saranno più innaturali cumuli di terra a fianco dei cantieri o nelle discariche”, assicura il geologo. Dopo appena un anno di vita, TERREDASCAVO.it è già diventato un successo, tanto che lo scorso settembre si è aggiudicato un premio di sostenibilità ambientale promosso dall’Arci di Padova, nell’ambito del concorso “Impatto zero”. Oggi i visitatori del portale superano le 26mila persone, 200 delle quali si sono già registrate: sono al 60 per cento geologi e al 30 per cento imprese di costruzioni, oltre a geometri, architetti e chimici. Gli avvisi pubblicati, per ora, sono soltanto 20, ma le cattive abitudini sono dure a morire: “Per il momento, molti utenti preferiscono non collaborare con degli sconosciuti, ma la diffidenza passerà” crede Valmachino, che lancia un appello ai Comuni italiani colpiti dalle recenti alluvioni: “Grazie al nostro portale potrebbero consolidare argini e strade, allontanando il rischio di ennesimi disastri”. Quasi a costo zero.